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Centrali idroelettriche | Natura | Forum

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Centrali idroelettriche
2 Febbraio 2011
13:27
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LUCAC71
Corropoli (TE)
Amministratore
Messaggi del Forum: 10804
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23 Settembre 2012
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ricevo da thymallus aurora fly fishing club

CENTRALI IDROELETTRICHE: INTERESSI PUBBLICI E PROFITTI PRIVATI

    Viste le continue richieste di concessioni di derivazioni ad uso idroelettrico (già approvate o ancora sottoposte a VIA), che riguardano ormai tutti i torrenti della Valle d’Aosta, la nostra Associazione non può esimersi dall’esprimere una forte preoccupazione.
    Pur essendo, di principio, favorevoli alle energie alternative, non possiamo accettare che esse si realizzino a scapito degli interessi più generali della comunità e, nello specifico, della nostra regione. In effetti alcune delle proposte presentano, per certo, dei rischi di danni ambientali ed anche economici a carico delle nostre comunità, essendo state pensate con l’unico scopo di portare profitto ai privati o alle società. Pensiamo, in particolare ai progetti che riguardano i torrenti di maggior interesse ambientale e paesaggistico.
   
      Il torrente Ayasse, nella valle di Champorcher, ad esempio, è riconosciuto di “particolare pregio” e, quindi, sottoposto a norme di tutela da parte del Piano Regionale di Tutela delle Acque oltre che dalla Comunità Europea che, a seguito di un Progetto Interreg fra Italia e Francia, lo ha definito uno dei pochissimi bacini in Valle d’Aosta con popolazione di trota autoctona e che ha finanziato un percorso di visita guidata all’orrido e alle splendide cascate formate dal torrente. Su questo stesso corso d’acqua sono ora previste ben due centrali che andrebbero a sottrarre la maggior parte dell’acqua per quasi tutto il percorso del torrente. Si andrebbe così a distruggere una delle maggiori attrattive della vallata, famosa proprio per l’alto grado di naturalità dei luoghi, con conseguenze economiche pesanti sul turismo e sull’economia locali, sia durante gli anni dei lavori in corso, sia in via permanente per le modificazioni apportate al paesaggio.
    Anche il progetto, presentato di recente da CVA, che prevede di triplicare la potenza della centrale di Chavonne con pesanti interventi di captazione nelle vallate di Cogne e di Valsavarenche, interviene di fatto, per una buona parte, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.
    Se neanche i vincoli di un Parco, di una Zona a Protezione Speciale, di un Sito di Importanza Comunitaria, di un progetto Interreg riescono a salvare i gioielli ambientali della nostra Regione, significa che tutti gli studi fatti e le parole spese sono solo retorica sprecata, così come restano lettera morta le prescrizioni derivanti da normative nazionali ed europee (come la Direttiva 2000/60 CE – Direttiva europea quadro sulle acque – che fornisce le indicazioni per impedire il deterioramento, per migliorare e ripristinare le condizioni dei corpi idrici superficiali e per promuovere un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili). In realtà in tutta la Regione l’acqua è, non in vendita, bensì regalata al primo offerente (neanche al migliore!) e i profitti dell’uso che ne viene fatto non ritornano ai Valdostani.

Laddove una centralina viene realizzata da un Comune (che però è sempre comunque in società con una impresa privata) si può pensare che almeno in parte un beneficio tornerà alla comunità.
Ma ormai i comuni coinvolti da questi lavori percepiscono di solito solo più piccole Royalties (ad esempio per il comune di Champorcher, è previsto un introito di 30.000 euro  all’anno): si tratta di cifre ridicole, sia se rapportate al bilancio annuale del Comune (circa 4/500.000 euro di avanzo di amministrazione nel caso indicato), sia se rapportate al bilancio dello specialista del settore, CVA, che solo nel 2009  ha realizzato un utile di 82 milioni di euro e può permettersi di reinvestirne 450.
Da queste cifre si può desumere quali siano gli introiti delle imprese e società private che si sono lanciate sull’affare dei “certificati verdi da energia idroelettrica”, peraltro destinato a una fine abbastanza prossima.

    In questo modo riusciamo anche a spiegarci perché un imprenditore, come Luigi Berger, sia riuscito a realizzare o a progettare, in modo più o meno diretto, grazie anche ai giochi di scatole cinesi delle sue varie società, le due centrali di Champorcher, quella di Champdepraz, quella di Clavalité, quella di Brusson; e che poi sia riuscito a diventare comproprietario del giornale La Gazzetta Matin, che sia riuscito a farsi eleggere Sindaco di Champdepraz e che, in questo modo, possa controllare e condizionare il Parco del Mont Avic. Parliamo di quello stesso Luigi Berger che negli anni ’70 e ’80 veniva ripetutamente processato per reati a carattere patrimoniale e per violazione delle norme ambientali, mentre nel 2010, imputato per un furto di sabbia in Dora a Pont St. Martin, è stato poi assolto (ma qualche dubbio rimane: il funzionario regionale che lo aveva autorizzato al prelievo di 14.000 mc di materiale inerte e poi gliene ha riconosciuti validi 45.000 (secondo la difesa) o 105.000 (secondo l’accusa) poteva operare queste scelte? e poteva decidere di esonerarlo dal pagamento del canone demaniale? siamo sicuri che tali decisioni siano state prese nell’interesse pubblico?).

    E, cosa anche più grave, in tutto questo che ruolo hanno la Regione, le Comunità locali, i cittadini valdostani?
    La Regione ha delegato tutta la materia a CVA, compreso l’incarico di svolgere gli studi sul DMV (Deflusso Minimo Vitale) necessari a stabilire qual è il massimo di acqua prelevabile da ogni torrente (ormai si parla apertamente di “sfruttare l’acqua che altrimenti andrebbe sprecata”), come se la produzione di energia fosse diventata lo scopo primario di tutte le nostre acque. (E, a questo proposito, quanta parte dei profitti di CVA rientrano nelle casse regionali e come vengono utilizzati?)
      D’altra parte gli uffici regionali del VIA fanno sempre più fatica a far rispettare le leggi di tutela dell’ambiente che pure esistono: gli stessi progetti ritornano continuamente riuscendo alla fine a trasformare in “positiva” una VIA inizialmente “negativa”.                       
  I Comuni invece, tranne qualche possibilità di compartecipazione azionaria per i più intraprendenti (peraltro come abbiamo visto con riscontri economici abbastanza deludenti), sono invece completamente tagliati fuori dalle scelte decisionali e rischiano anzi di essere bastonati quando si mettono in testa di salvaguardare il loro territorio e le loro risorse. E’ di poche settimane fa il parere delle due Commissioni Regionali che hanno di fatto rigettato le petizioni dei comuni di Etroubles e St. Oyen – sindaci e popolazione uniti – contro l’ennesima centralina prevista sul loro torrente, per sancire  al contrario “il diritto dei privati a produrre”.
    E i diritti dei Valdostani? Sono sicuramente i più misconosciuti, dal momento che è saltato anche il più elementare “diritto alla proprietà privata”, come ci insegna la vicenda successa a Gressoney, dove un legittimo proprietario si è trovato espropriato dei suoi beni, a sua insaputa, perché  un’impresa potesse realizzare una centralina (e la Regione, cioè noi, paghiamo l’esproprio a favore dell’impresa, che però non ci renderà un euro dei suoi futuri guadagni!).

    Questa è la fine che ha fatto il diritto, che i Valdostani si sono fatti riconoscere con lo Statuto, di gestire autonomamente le proprie acque.
    In questo modo noi, Valdostani, ci stiamo giocando le nostre risorse più stabili e più sicure  (l’acqua e il paesaggio), le uniche che possono assicurare alla nostra regione uno sviluppo sostenibile e che potrebbero rimanere per i nostri figli, anche quando i certificati verdi saranno finiti: quando rischieremo, invece, di ritrovarci a fare i conti, nelle vallate sventrate, con le conseguenze delle scelte attuali sull’agricoltura, sulla sopravvivenza degli ecosistemi fluviali, sulla vegetazione spontanea, sul dissesto idrogeologico e, di conseguenza, anche sull’economia della regione tutta.

Aosta, 31 gennaio 2011

Legambiente Valle d’Aosta

ricordati:
1) di presentarti a simfly.it nell'apposita sezione
2) di non porre domande su argomenti già aperti
3) se ravvisi un problema parlane prima in privato con i moderatori

2 Febbraio 2011
20:24
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Lorenzo Nogara

Mayfly

Istruttore SIM
Messaggi del Forum: 1877
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23 Settembre 2012
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E’ di oggi che l’Ente parco Grand Paradiso e Comune di Cogne hanno bocciato il progetto di costruzione di una diga nel torrente Grand Eyvia per incrementare la centrale idroelettrica di Chavonne; stesso assenso negativo è stato dato dai comuni di Etroubles e St. Oyen (valle del Grand St. Bernardo) per la costruzione di una centralina in quella valle.
Forse i Comuni si stanno rendendo conto che tutte queste centraline e dighe, più private che pubbliche, deturpano l’ambiente e prosciugano i torrenti.

La situazione è particolarmente delicata vediamo tra qualche mese l’evolversi degli eventi.

Lorenzo

P.S. almeno ci facessero pagare poco l’energia elettrica, invece ci calano certe bollette…!

2 Febbraio 2011
21:05
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LUCAC71
Corropoli (TE)
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concordo con te lorenzo

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2 Febbraio 2011
21:39
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Dare

Subimago

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23 Settembre 2012
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  Meno male che la chiamano energia verde!

  Questo è lo scotto che deve pagare la natura per poter arricchire pochi.  A me non sembra giusto.

    Speriamo che si cambi.

  Dare

2 Febbraio 2011
22:12
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LUCAC71
Corropoli (TE)
Amministratore
Messaggi del Forum: 10804
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23 Settembre 2012
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il problema principale secondo me è che la maggioranza della gente quando sente parlare di centraline pensa che sia veramente un sistema ad impatto ambientale zero

perchè usano l’acqua per produrre energia, ma nessuno spiega che per usufruire di quell’acqua si cementifica, si cambia il corso del fiume, si cambiano gli habitat che contengono fauna e flora e si uccide una parte del fiume stesso se non completamente

se la gente sapesse questo, fosse informata in modo dettagliato sull’impatto che causa una centralina  elettrica ad un fiume e all’ambiente, cambierebbe certamente idea sulle proposte delle centraline idroelettriche

è già da un pò di tempo che penso che la sim per quanto riguarda la difesa dell’ambiente, potrebbe iniziare a diffondere una sana cultura sull’impatto di una centralina idroelettrica e partire dalle informazioni su questo forum, credo sia una buona mossa iniziale  :)

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3 Febbraio 2011
12:13
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Lorenzo Nogara

Mayfly

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Tanto per info, qui ad Aosta molti adottano energia alternative, vedasi il fotovoltaico.

Un privato ha pensato bene di riempire di pannelli fotovoltaici una intera collina alle porte di Aosta, con la conseguenza che l’impatto ambientale è stato seriamente compromesso tant’è che la Regione ha discusso in Consiglio Valle il problema e rivisto l’installazione di questi pannelli.

Nella legge, il legislatore, probabilmente non ha tenuto conto dell’interpretazione e del raziocinio per l’installazione e la quantità.

E’ vero che i panneli solari danno energia pulita ma se ci copro il Monte Bianco forse qualche danno all’ambiente lo reco comunque.

La stessa cosa le centraline o sbarramenti. Se queste opere sono eseguite con un certo criterio e una volta fatte rilasciano il deflusso minimo vitale, non sono cosi devastanti e impattanti per l’ambiente, molto meno dei pannelli che coprono interamente una collina; il problema è che per costruire una centralina devastano un’intera montagna e non rispettano i deflussi minimi.

Lorenzo

3 Febbraio 2011
13:01
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Dare

Subimago

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  Allora una volta la gente era scema. Dico questo perchè, tempo addietro riuscivano a far funzionare opifici (vedi mulini, frantoi ecc.) senza stravolgere il normale deflusso dell’acqua. Non si potrebbe tornare indietro ed usare gli stessi sistemi per produrre sta benedetta energia verde.

  Dare

3 Febbraio 2011
13:53
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Lorenzo Nogara

Mayfly

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Hai ragione ma una volta la richiesta di energia era minima oggi con tutta questa tecnologia la richiesta è altissima, basta vedere in casa cosa non abbiamo.
Penso che ci vorrebbe un pochino di buon senso e poi si possono realizzare tutte le centraline che vogliamo senza stravolgere l’ecosistema dei nostri fiumi.

Ciao Lorenzo

3 Febbraio 2011
17:03
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Dare

Subimago

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23 Settembre 2012
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  Lorenzo, per quanto riguarda l’impatto ambientale dovuto dai pannelli solari, la Regione Valle d’Aosta dovrebbe prendere provvedimenti come li sta prendendo
la regione Piemonte. Allego copia dell’articolo.

Dare

4 Febbraio 2011
11:50
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Lorenzo Nogara

Mayfly

Istruttore SIM
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Giuliano, la Valle d’Aosta dovrebbe prendere spesso spunto da tante altre regioni, in particolare da quelle che non hanno tutti i soldi che ha la Valle d’Aosta. Purtoppo i nostri politici esercitano l’autonomia come fosse una sorta di dittatura e guai a dirgli che sbagliano. Sapessi le cazzate che hanno fatto in tutti questi anni, buttando centinaia di milioni di euro per costruire strade in cima ai monti, arginare fiumi e torrenti, effettuare opere faraoniche assurde e spesso incomplete. Una su tutte è stata quella di voler ripristinare una vecchia galleria mineraria che usava un trenino per portare fuori il minerale, e che da Aosta fuoriusciva a Cogne; ebbene il tutto è costato solo 30 milioni di eurini dei contribuenti, tra progetto, trenino nuovo e altro. Morale, non è mai andato in funzione e c’era pure il personale assunto da pagare. L’ultima è costruire una sorta di metropolitana lunga 2 km che passa sotto Aosta, quando per attraversare la città a piedi ci metti 10 minuti.

Lorenzo

4 Febbraio 2011
12:02
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Dare

Subimago

Istruttore SIM
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23 Settembre 2012
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    Guarda Lorenzo; fin tanto che in Italia chi sbaglia  non paga di persona, andremo avanti in questa maniera.

  giuliano

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