Nei giorni di sabato 1 e domenica 2 Giugno 2013 la Scuola Italiana di pesca a Mosca ha preso parte ad un tirocinio formativo, organizzato dall’Università D’Annunzio di Chieti, destinato agli studenti del Corso di Laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive, della Facoltà di Scienze dell’Educazione Motoria. Promotore di questo importante evento, unitamente all’Università, è stato il Dr. Emanuele D’Angelo, socio teatino della S.I.M., laureato in Scienze delle attività Motorie, Preventive ed Adattate nonchè Dottorando presso il Dipartimento di Scienze del Movimento Umano. Il tirocinio aveva lo scopo di illustrare agli studenti, la dinamica del lancio insegnato dalla nostra Scuola, con l’intento di consentirne uno studio, basato su metodo scientifico, in grado di evidenziare le componenti motorie muscolo-scheletriche interessate dalla dinamica di lancio. Per la partecipazione al corso, della durata di 20 ore, l’Università ha attribuito ad ogni studente, due Crediti Formativi. La giornata di sabato si è svolta all’interno della Facoltà di Scienze dell’Educazione Motoria, presso la Fondazione Ciapi di Chieti Scalo. Qui il Presidente Osvaldo Galizia ha presentato la Scuola Italiana di pesca a Mosca agli studenti, ne ha illustrato brevemente la storia e l’oggetto statutario, soffermandosi sui progetti in corso di realizzazione, con particolare riferimento a quelli tesi alla tutela ed alla salvaguardia dell’ambiente fluviale da realizzarsi attraverso la diffusione della pesca a mosca. La presentazione di Osvaldo è stata seguita dagli interventi del Direttore Tecnico, Marino Di Luca, del nostro istruttore di II livello, Carlo La Rovere e da quello del Fiduciario Regionale per l’Abruzzo, Ottavio Argenio. Tutti gli interventi hanno avuto l’obiettivo di descrivere la Scuola Italiana di pesca a Mosca, tanto dal punto di vista didattico istituzionale, attraverso la descrizione del lavoro svolto dalla Commissione Tecnica e dall’organizzazione dei corsi di apprendimento, perfezionamento e stages quanto sotto l’aspetto amministrativo e gestionale. Al termine di questi interventi, ad anticipare la relazione tenuta dal Dr. D’Angelo è stata poi brevemente illustrata la realizzazione delle mosche artificiali, con brevi cenni di entomologia. Il Dr. Emanuele D’Angelo ha quindi descritto lo scopo del tirocinio formativo agli studenti partecipanti, il metodo scientifico che, secondo regole ben definite, può essere applicato ad una disciplina come la tecnica di lancio nella pesca a mosca, e le caratteristiche fisiologiche e motorie che intervengono nell’esecuzione del lancio. L’intervento della durata di circa venti minuti ha avuto come focus, attraverso l’ausilio di supporti video e fotografici, la dimostrazione del metodo scientifico applicato al gesto tecnico del lancio “Angolato”. Inoltre, la compiuta analisi della componente muscolare interessata dal lancio, che è stata teorizzata da Emanuele unendo la passione per la pesca a mosca ed il curriculum scientifico personale, hanno fornito interessanti spunti di riflessione relativi proprio al metodo di insegnamento previsto nel percorso didattico necessario ad acquisire il titolo di Istruttore SIM. La giornata di Domenica alla quale hanno preso parte, oltre ai già citati Marino Di Luca, Carlo La Rovere, Emanuele D’Angelo ed Ottavio Argenio, anche David Ambrosone (istruttore) e Riccardo Rabottini (socio) è stata dedicata alle lezioni pratiche, al fine di consentire agli studenti della facoltà di provare concretamente la dinamica di lancio nella pesca a mosca sul fiume Pescara. La risposta dei partecipanti è stata immediata: sebbene nessuno di loro avesse mai pescato a mosca, più o meno tutti sono stati in grado di lanciare la coda di topo dimostrando di riuscire a tradurre in pratica quanto era stato loro illustrato, solo in teoria, il giorno precedente. In alcuni casi i risultati sono sembrati, sin da subito, molto positivi. Proprio l’analisi dei risultati ha consentito di concludere che un gesto tecnico motorio complesso, come quello necessario a proiettare la mosca in acqua secondo determinate caratteristiche e modalità, può essere efficacemente descritto ed insegnato anche attraverso l’applicazione dei principi e delle teorie relative all’anatomia funzionale del corpo umano. L’analisi tecnico-scientifica del movimento muscolare e scheletrico può quindi consentire che la didattica del lancio sia basata, oltre che sulle necessarie componenti soggettive, come le sensazioni che si avvertono durante le fasi di lancio, anche su un preciso metodo scientifico teso all’ottimizzazione del risultato finale che, nel caso specifico era rappresentato dal lancio Angolato insegnato dalla nostra Scuola. Alla fine della mattinata infatti è stato dato spazio alle domande dei partecipanti ed all’analisi delle sensazioni che questi avevano avvertito durante le ore di pratica. Anche in questo caso si è potuto osservare come proprio la consapevolezza del movimento e la conoscenza delle componenti motorie (muscolo-scheletriche) interessate dal lancio hanno dei riflessi positivi in termini di descrizione ed uniformità delle sensazioni provate dai singoli partecipanti. In conclusione, dopo la breve ma intensa, due giorni, all’interno della facoltà e sul fiume, insieme agli studenti dell’Università D’Annunzio, il Dr. D’angelo afferma come tale esperienza possa rappresentare un importante primo moment scientifico necessario ad adeguare la didattica del lancio tecnico alle accresciute conoscenze scientifiche e ai numerosi strumenti che queste consentono di utilizzare, al fine di rendere più omogeneo, oggettivo e scientifico il metodo di insegnamento riservato al percorso formativo di un istruttore SIM curando quindi non solo l’aspetto della fisica del lancio ma anche la conoscenza del gesto motorio che la determina.