Dopo esserci dati appuntamento su Simfly forum per trascorrere una bella giornata sulle acque del fiume Esino, partiamo con destinazione Serra San Quirico.
Dopo esserci dati appuntamento sul Simfly forum per una bella giornata da trascorrere sulle acque del fiume Esino, anche per far riprendere al braccio il suo lavoro dopo la lunga pausa invernale o quasi, la mattina del 12 marzo ’05 parto e inbocco il casello autostradale Val Vibrata della A14 dopo 120 chilometri giungo a destinazione Serra San Quirico (Jesi), sono il primo ad arrivare, beh, veramente ad aspettarmi c’è già, da tempo, un vento incredibile. Il punto di incontro è nella zona No-kill del fiume Esino, uno dopo l’altro arrivano tutti al punto di incontro. Alla fine ci troviamo e tutti siamo allegri come bambini.
Purtroppo il vento incredibile che mi ha tenuto compagnia sin dal viaggio sull’autostrada A14 non ci lascia e decidiamo di iniziare i nostri lanci su un prato abbastanza riparato a qualche chilometro dal punto di ritrovo. Partiamo con le nostre auto in fila indiana come dei bravi scolaretti e ci dirigiamo vicino ad un laghetto a pagamento. Parcheggiamo le auto e ci incamminiamo verso un bel prato. Alla vista dell’erba appena rasata io pongo un innocente domanda: “ma chi è il pazzo che si diletta a rasare con un tagliaerba un simile appezzamento di terra?” e Angelo Rosorani, trattenendo a stento una risata, mi risponde che hanno inventato un tagliaerba di ultima generazione chiamato “gregge al pascolo”, beh, che ci volete fare, a volte qualcosa sfugge anche a me…
Iniziamo a lanciare le nostre code, nonostante il vento non cessi di soffiare. Ogni tanto sembra che a qualcuno riesca un nuovo lancio, ma niente entusiasmi, è solo il vento che si diverte insieme a noi e a volte ci dà una mano, a volte ci crea problemi.
In questo incontro abbiamo avuto anche il piacere dell’unione di un nuovo amico Pam: Michele alias Dottoremme. Michele aveva dubbi sull’effettiva utilità di frequentare una scuola di lancio per apprendere in modo adeguato almeno le basi del lancio tecnico, devo dire che a sentire lui dopo l’incontro a cui ha partecipato, ha totalmente cambiato idea, anzi ha affermato che avrà piacere ad unirsi ad altri incontri con noi e farà un pensierino per iscriversi ad un corso di lancio tecnico per poter risolvere i suoi problemi.
Lancio dopo lancio arriva la fame e si decide verso le 12:40 di andare in un ristorante per rimpinzare le nostre bocche affamate. Unico problema: quale locale scegliere? Dopo alcuni suggerimenti si decide per il consiglio (diciamo così, in quanto se non accettavamo erano guai) de “Er Principe de Cupra” alias Cormorano (insomma Piero Scortechini) che ci porta a Cupra Montana, in un simpatico ristorantino dove a detta del Principe si mangia molto bene.
Quando ci sediamo a tavolo ci troviamo di fronte al classico dilemma di sempre: cosa mangiamo? primo, secondo? Alla fine decidiamo per antipasto, primo e secondo, ovviamente roba leggera, anzi “secca”…
Dopo esserci abbuffati come trote in mezzo ad una schiusa massiccia di mosche di maggio (ah, infine abbiamo optato in extremis per tortelli, fegatini, e carne mista, il tutto irrorato da vino) decidiamo di andare a fare due lanci in acqua, vicino al prato dove abbiamo trascorso la mattinata.
L’acqua torbida non ci permette di vedere il fondo e tanto meno qualche cavedano, qui a valle imbattersi in qualche trota è raro, ma abbiamo la possibilità di effettuare lanci in acqua con gli attriti reali che quest’ultima crea sulla coda di topo.
Tutti lanciano, anche il sottoscritto, è comunque bello passare del tempo a lanciare in acqua, questo elemento per noi Pam è qualcosa di inspiegabile, sentire il rumore che produce l’acqua, il fresco che avvolge le nostre gambe e le massaggia delicatamente è qualcosa che rimane nella mente, impresso in modo indelebile, ma mai così definito e reale, infatti, ogni volta che torniamo ad immergerci nel nostro elemento preferito, ci accorgiamo che il ricordo di queste sensazioni non sono mai paragonabili alle sensazioni reali che si provano nel preciso momento in cui siamo in acqua.
Purtroppo il tempo scorre veloce e lo scorgere improvviso di quella stretta di mano tra due amici, mi ricorda che il nostro tempo volge al termine, purtroppo.
Iniziamo a riavvolgere le nostre code sui mulinelli, smontiamo le nostre canne e con calma ci dirigiamo verso le nostre auto per la svestizione. Prima di partire, come a voler prolungare questo piacevole incontro, ci soffermiamo per le ultime chiacchiere da “pescatori”.
Ma il tempo è tiranno ed arriva anche il momento di sfilarsi gli stivali e tornare a casa, con la sensazione momentanea di aver appagato il nostro bisogno più grande: stare insieme a pescare o a far finta di pescare…
Il momento è arrivato, si torna a casa, anche il sole, forte com’è, deve arrendersi al buio…
Spero che il resoconto di questo incontro sull’Esino vi sia piaciuto ed abbia allietato questi vostri pochi minuti, sicuramente, leggendo, avrà riacceso i ricordi alle persone che quel giorno erano con me sull’Esino….
LUCAC71