II radente è un altro dei lanci cosiddetti canonici della TS; gli scopi principali per la preferenza nell’eseguire un lancio radente consistono nel: penetrare sotto la vegetazione; lanciare controvento; precisione e silenziosità di posa.
Anche il radente è un lancio veloce, anzi, è forse l’unico lancio che ha una velocità paragonabile all’angolato, tuttavia, in alcune situazioni specifiche può essere seguito anche lentamente. Generalmente, il radente, viene usato su distanze medio lunghe, come spesso esso viene utilizzato quando si deve penetrare nella vegetazione ad una certa distanza alla quale non sarebbe agevole arrivare con un sovrapposto. Inoltre, eseguire correttamente un radente sulle corte distanze non ha una utilità specifica ed è difficile. Il lancio radente prende il suo nome dal fatto che, se eseguito con perizia, il loop viaggia molto vicino all’acqua (vedi foto 4), la coda deve diventa parallela ad essa e nello stesso tempo velocissima.
Altra caratteristica peculiare del lancio radente è quella di avere un loop acuto dovuto al fatto che il tratto della coda inferiore è parallelo all’acqua mentre quello superiore viaggia lungo una linea inclinata scendendo dall’alto verso il basso.
Ora vediamo come eseguire correttamente il radente; partiamo nella solita posizione “braccio-canna-coda-finale” allineata e protesa davanti a noi e sempre lungo la linea adiacente al fianco del corpo:
Analogamente al sovrapposto dovremo portarci su un piano verticale, mantenendolo alla perfezione durante tutta l’esecuzione del lancio. A questo punto lanciamo la coda indietro tesa alle nostre spalle senza la necessità di indirizzarla in alto in quanto essendo un lancio parallelo risulterebbe più difficoltoso modificarne la traiettoria.
Prima di ripartire con il lancio in avanti attendiamo che la coda si distenda bene all’indietro, a tale scopo è necessario controllare bene la velocità del lancio e la tensione, in modo che, nella distensione non venga a mancare.
Inizieremo il lancio in avanti a partire da questa posizione e a polso bloccato dovremo far seguire alla mano una traiettoria rettilinea e direzionale verso l’obbiettivo. Analogamente all’angolato avremo un tratto di accelerazione ma, in questo caso, esso sarà decisamente più lungo e graduale e culminerà con il momento spinta spostato in avanti, abbassare la canna durante questa fase e prima dello shooting agevolerà di molto la proiezione della coda in avanti parallela e molto vicina alla superficie dell’acqua, inoltre se il vettino sarà leggermente inclinato verso l’alto eviterà che la flessione di quest’ultimo possa portare la coda a infrangersi sull’acqua vanificando tutta l’azione di lancio.
Se abbiamo eseguito tutto correttamente, vedremo la coda che inizia a viaggiare da subito parallela alla superficie dell’acqua, una volta terminato il momento spinta; tanto più siamo in grado di mantenere il momento spinta con mano e canna basse sull’acqua, tanto più il lancio sarà basso e “radente”.
Essendo il radente un lancio veloce, lo shooting deve essere estremamente ritardato; il momento ideale per rilasciare shooting coincide con il momento in cui il finale è giunto fin quasi alla sua completa distensione. Grazie allo shooting ritardato avremo che, per un certo tempo, la coda viaggerà molto vicina all’acqua e con la mosca in posizione avanzata (in gergo si parla di “mosca in testa”), è intuitivo che un lancio di questo genere porti la mosca sotto la vegetazione, non in profondità come in un sovrapposto ma ad una notevole distanza grazie alla sua velocità. La grande velocità del radente, ci costringe a eseguirlo a distanze medio lunghe in modo da avere il tempo di controllare lo shooting e in generale tutto il lancio; mentre a distanze medie o corte si tende ad anticiparlo, in questo caso insieme ad una minore velocità del lancio si riesce ad ottenere una sorta di raggruppamento del finale che potrebbe essere utile per combattere il dragaggio limitando però la penetrazione della mosca sotto la vegetazione.
Naturalmente affinchè il lancio radente penetri in profondità nella vegetazione è in strettissimo rapporto con la nostra abilità di creare loop molto stretti e di un controllo durante shooting di una distensione coda/finale senza margini di errore, quasi maniacale. Tuttavia in casi in cui le difficoltà sono tali da rischiare di spaventare e disturbare il posto, nulla toglie di ricorrere al nostro sovrapposto più facilmente controllabile o ad un sottovetta, poiché anche in questo lancio c’è una parte di coda (rod leg) che agisce in alto e l’altra parte (fly leg) che scivola vicinissima alla superficie dell’acqua.