Sin dai primordi della costruzione delle mosche artificiali, i vari fly tiers si sono sempre preoccupati di riprodurre il più verosimilmente possibile le varie tonalità di colore presenti negli insetti naturali imitati dai loro modelli. Basti pensare al primo documento conosciuto di pesca con la mosca artificiale, l’ormai celebre “De Natura Animalium” di Claudio Eliano (170-235 d.C.), che descrive come i pescatori Macedoni imitassero l’Hipporous, un insetto simile ad un imenottero, con un amo vestito di “lana rossa” (che non esiste in natura) e piume di gallo di colore ceraceo, e con questa imitazione ingannassero con successo i pesci del loro fiume.
Fu poi con F. M. Halford, nel suo libro “Modern Development of the Dry Fly” (1910), che si arrivò a catalogare con estrema accuratezza le varie sfumature di colore tendenti ad imitare quelle degli insetti naturali. Halford, per arrivare a questo livello di dettaglio, prese come riferimento il “Repertorio dei Colori” per la determinazione dei colori di fiori, foglie e frutti della “Societe Francaise des Chrysanthemistes et René Oberthur” da cui estrapolò 18 schede, ciascuna con quattro sfumature di un preciso colore, e dove rappresentò le varie tonalità da usare per tingere i materiali per assemblare i 33 modelli trattati nel medesimo libro.
Sono vari i coloranti utilizzati per tingere i materiali da costruzione, ma i più celebri ed usati fino a qualche anno fa sono state sicuramente le polveri commercializzate dalla ditta Veniard, tuttora molte ricercate dagli appassionati.
Materiali occorrenti:
– un pentolino forato da utilizzare come colino
– una pentola più grande della capienza di 1 litro di acqua circa
Processo di tintura:
– riempire la pentola con 1/2 litro di acqua a temperatura ambiente ed inserire la tintura (una punta di cucchiaino da caffè)
– portare l’acqua all’ebollizione e nel frattempo sgrassare i materiali da tingere con l’apposito prodotto Veniard o con normale sapone neutro
– sciacquarli per bene prima di immergerli nella pentola e dopo aver atteso che il bollore si sia abbassato per non sfibrare i materiali
– mettere i materiali dentro il recipiente e mescolare bene lentamente per il tempo necessario
– quando la tinta sarà quella che vogliamo ottenere, inserire come fissatore un bicchiere di aceto di vino bianco da cucina
– estrarre il materiale tinto e sciacquarlo bene sotto l’acqua corrente
– metterlo in mezzo a dei fogli di giornale per far assorbire l’acqua in eccesso
– asciugare con il phon mettendo il tutto in una calza da donna
Per ottenere i risultati migliori, il colore dei materiali da tingere dovrà essere quanto più chiaro possibile e tener presente che il colore del materiale una volta asciutto sarà leggermente più chiaro di quello che sarà il liquido nel pentolino.
A cura della SIM – Gruppo Entomologia e Costruzione