Nel 2006 scrissi della mia prima esperienza sul Gacka – quelle giornate sono ancora indelebilmente scolpite nella mia memoria – e torno a scriverne ora perché ci sono state delle evoluzioni nell’ambiente, nella situazione politica, nelle caratteristiche del pesce, nella nuova gestione del fiume, per cui ho pensato che un aggiornamento potesse essere utile a qualcuno che volesse confrontarsi con questa splendida realtà.
In questi sette anni trascorsi, ci sono tornato ogni anno, sempre con Giampiero Bartolini, Claudio Biagi, a volte con il Tosato e, dall’anno scorso, si è unito a noi un mio buon amico, Ferruccio Lindaver, navigato pescatore a mosca, profondo conoscitore del Brenta, amante di ambienti naturali.
Un appuntamento fisso, quasi rituale, atteso tutto l’anno, oserei dire inderogabile.
Perché?
Perché il Gacka non è un fiume come gli altri, ha delle caratteristiche uniche, offre delle sfide uniche e te le propone sempre, volta per volta, sempre nuove, sempre difficili.
“La pesca a mosca è l’arte di frapporre ostacoli tra te e la cattura e divertirti a superarli” (questa è mia, segnatevela :) )
In questo senso il Gacka ti aiuta: gli ostacoli te li fornisce lui.
Ma andiamo con ordine.
In questi – pochi – anni di frequentazione, sono cambiate delle cose a livello di gestione, si è passati da un management decente ad uno catastrofico, per finire con il nuovo corso, molto più lungimirante e capace.
Archiviata la triste parentesi di quattro anni fa con una gestione incapace e miope che ripopolò con materiale ittico di pessimo livello “perché tanto i pescatori vengono lo stesso e noi spendiamo meno”, fortunatamente sul posto ed a Zagabria si resero conto dell’errore e presero provvedimenti, rimuovendo il gestore in questione, ricalibrando le scelte manageriali e di salvaguardia del fiume.
Ad oggi possiamo dire che il nuovo corso ha avuto i suoi effetti positivi ma, da quest’anno in particolare, hanno avuto e stanno avendo una particolare accelerazione, possiamo parlare di una vera e propria svolta gestionale, in quella che ritengo la giusta direzione.
Non ci dimentichiamo che il Gacka è quel fiume che, durante la guerra, ha salvato dalla fame forse centinaia di migliaia di persone, costituendone la sola fonte di alimentazione, per cui è normale che il pesce che vi si trova ora sia per la maggior parte alloctono.
Ma c’è pesce di immissione e pesce di immissione e c’è fiume e fiume ;)
La nuova gestione si basa sulla produzione in proprio di trote di eccellente qualità, come abbiamo potuto constatare personalmente, sia come pescatori che visitando il centro ittiogenico, di cui parlerò tra qualche riga.
Inoltre, stanno lavorando sulla facilità di approccio al fiume, sulla ricettività, sui servizi, per migliorare la qualità dell’esperienza al pescatore.
Quest’anno sono state apposte le indicazioni segnaletiche per raggiungere i famosi ponti (alcuni pescatori mi hanno detto “ho consumato centinaia di litri di benzina per trovare ogni volta il posto giusto, ora è troppo facile ” :) sono state ricreate le passerelle che scavalcano il fiume nei punti strategici, quella davanti all’hotel Gacka in primis e stanno sistemando panchine e tavolini in posizione defilata, immerse nel verde, per riposarsi e fare uno spuntino, se ne sentiva la mancanza.
Il tutto si è fatto e si sta facendo in legno, integrandosi nell’ambiente senza disturbarlo, per ricreare quell’atmosfera che pervadeva la zona prima del conflitto bellico e che i pescatori tanto amavano.
Da questo mese (luglio 2013) ritorna in attività anche l’Hotel Gacka, non quello che i vecchi habitué della zona conoscevano prima della guerra, quello è distrutto e probabilmente resterà così a perenne monito, ma uno completamente nuovo, ricostruito a fianco del vecchio, che a vederlo da fuori – non siamo potuti entrare – è veramente piacevole e ha un rilassante giardino in pietra, in mezzo a due rivoli d’acqua, da vedere assolutamente.
Non conosciamo ancora i prezzi del soggiorno lì, ma sicuramente a breve saranno comunicati anche sul sito ufficiale www.gacka.hr.
Inoltre, il rilascio dei permessi è stato unificato, ora c’è una casetta di legno, tra il ponte della statale e il fiume Kostelka che in quel punto sfocia nel Gacka, in cui rilasciano giornalmente le licenze e dove si possono trovare indicazioni e cartine, informazioni turistiche, gadgets ecc.
Il prezzo del permesso di pesca è sempre di 35 euro al giorno per l’intero tratto, dalla sorgente al quinto ponte, non è cambiato dal 2006.
Da quest’anno, la gestione del fiume è affidata ad un giovane che ho imparato ad apprezzare perché da qualche anno abbiamo scoperto quanto sia accogliente la sua casa e ormai ci fermiamo da lui quando andiamo a Otočac, si chiama Denis Lončar e lavora al centro ittiogenico, lui è il nuovo Štefanac, un’eredità pesante ma che sono sicuro saprà sostenere con responsabilità e capacità e se il buon giorno si vede dal mattino, direi che abbiamo iniziato alla grande.
L’anno scorso c’è stata una invasione di cormorani che ha decimato parecchia della popolazione ittica, per cui quest’anno sono state immesse una quantità di trote di ottimo livello, in prevalenza iridee di un ceppo selezionato e dalla livrea perfetta, altamente combattive e selvatiche ed una quantità di fario di qualità veramente alta, la cosa più incredibile è che sono ancora più combattive delle iridee – notoriamente più tenaci da questo punto di vista – e, devo dire, ancora più selettive e difficili da prendere.
Il programma di ripopolamento controllato, prevede l’introduzione per gradi di materiale ittico di qualità, anche perché l’allevamento, gestito in maniera oculata, produce poco pesce ma di alto pregio.
In quest’ottica e date anche le caratteristiche di accrescimento, quest’anno è stato ripopolato con una percentuale di iridee del 70% e di fario del 30%, mentre per l’anno prossimo è previsto un 50 e 50 indi, per quello a venire, un 30% di iridee e il 70% di fario e a continuare così anche in seguito, mantenendo quest’ultima percentuale.
Nel giro di un paio d’anni al massimo, questo sarà di nuovo un paradiso del pescatore a mosca.
Del pescatore, non del pescasportivo ;)
Qual è la differenza?
Il pescasportivo pensa che, dal momento che sono trote di immissione, siano facili da prendere e se ne faccia incetta, in una giornata e che basta andare a pucciare la coda con attaccata la sua bella ninfa o secca o umida e viene su qualsiasi cosa, come nei laghetti, nelle riserve pronta pesca e in molti fiumi, all’uopo imballati di pesce.
Non è il caso del Gacka.
La particolare conformazione del letto, delle rive, della vegetazione sommersa, la qualità dell’acqua e l’estrema varietà di insetti ed invertebrati vari che la popolano, inselvatichiscono in poche settimane qualsiasi trota di immissione, anche di basso livello, figurarsi i cavalli di razza che hanno immesso ora.
Il pesce diventa naturalmente selettivo in poco tempo e quando dico “naturalmente” intendo che nella maggior parte dei tratti no kill di qualsiasi fiume che non sia limitato nel numero di presenze, il comportamento del pesce diventa selettivo “per sfinimento” dopo punture su punture, le trote imparano a riconoscere cosa punge e cosa forse no e diventano schifiltose all’estremo, una situazione drogata.
Qui, la pressione di pesca è minima, parliamo di una media, l’anno scorso, di circa 8 pescatori al giorno, perlopiù concentrati nei weekend e nei primi mesi della stagione e, per un fiume del genere, è una quantità risibile.
Il pesce inizia subito a nutrirsi in maniera selvatica, a seguire il flusso degli stadi subacquei ed aerei degli insetti, a sfruttare la vegetazione sommersa come riparo, rifugio e fonte di cibo, a tenere d’occhio la superficie e, se vale la pena, a salire per cibarsi, insomma, impara presto a stare al mondo.
Durante una giornata o un periodo di inattività superficiale, il pesce si nutre comunque dal fondo a mezzo metro dalla superficie, in questi momenti insidiarlo con delle ninfe o sommerse è una sfida intrigante, in primo luogo perché l’acqua è trasparente e si vede il fondo anche se è 5 metri, quindi si apprezza tutto il comportamento dell’animale e dell’imitazione e, in secondo luogo, perché il gioco delle correnti, non immediatamente percepibile e la naturale selettività del pesce, la rende una pratica più difficile che in altri contesti.
Quando, invece, una parte del pesce si ciba a galla, magari di baetis, mosche di maggio, o tricotteri in ovodeposizione, predate con i coreografici salti fuori dall’acqua, la cosa assume contorni di spettacolarità e le vere difficoltà iniziano a manifestarsi.
In questo fiume, quando c’è una schiusa, è raro che la trota o il temolo si cibi di altro e lì comincia la prima sfida per il pescatore, perché la giusta imitazione, presentata nella giusta maniera, nella giusta posizione, è quello che veramente differenzia un pescatore dall’altro e le catture stanno lì a rimarcarlo.
Le mille tensioni superficiali, tra l’altro, in un fiume che all’apparenza scorre uniforme, la distanza alla quale sovente è necessario lanciare, spesso sopra i 20 metri, la necessità che si presenta non di rado di dover animare la mosca, accrescono la dose di perizia necessaria nel gestire il lancio.
Certo, si può anche buttare là la coda, vedere cadere il finale in qualche modo e sperare che qualche volenterosa apprendista trota si attacchi e qualche volta succede, se ci si accontenta…
Ma è quando il pesce si ciba sotto il pelo, in uno spazio tra i 30 cm e la superficie, che cominciano i dolori. Quando vedi le schienate, le dorsali e le caudali che si avvicendano senza mai mostrare le narici, capisci che la vera sfida è iniziata.
La quantità di fauna macrobentonica presente, fa sì che sia sempre difficile capire di cosa stanno cibandosi in quel momento, anche se sta sfarfallando una specie, non è detto che si stiano cibando di emergenti o ninfe di quella, potrebbe tranquillamente essere tutt’altro e lì sta il bello: osservare, cercare di capire, interpretare e, se si può, imitare.
Imitare l’insetto, il comportamento, la posizione e la velocità di deriva, perché senza tutte queste componenti insieme, il pesce del Gacka, semplicemente ignora e passa oltre.
Quante volte ci ho battuto i denti… :)
E quando magari hai trovato la mosca e cominci a catturare, la situazione cambia, il pesce si blocca per un po’ per poi ricominciare a muoversi ed a nutrirsi, così tu ti dici “ok, si ricomincia” e attacchi al finale l’imitazione di prima, quella con cui catturavi, solo che stavolta quella mosca non è più “trendy” non va più di moda, non la mangiano più e sono passate al secondo piatto di portata e tu devi ricominciare da capo a capire cosa, e ancora, e ancora.
Il comportamento del Gacka cambia, volta per volta, giorno per giorno, ora per ora e va interpretato in ogni momento, solo se ci si entra in simbiosi lo si può comprendere ma, anche in quel caso, ti stupisce sempre mettendoti alla prova con qualche situazione nuova, non si finisce mai di imparare a conoscerlo.
E questo è il motivo per il quale, anno dopo anno, continuo ad andarci: per sbagliare e dagli errori imparare sempre qualcosa di nuovo, un qualcosa che solo un grande Maestro può insegnare.
Se poi ci si aggiungono il supporto e l’esperienza di Bartolini e Palù, l’apprendimento viaggia più veloce :)
Quest’anno abbiamo anche approfittato dell’occasione per fare finalmente una visita al centro ittiogenico, realizzato alle sorgenti del Kostelka, tributario del Gacka e zona di naturale riproduzione della trota, infatti vi è da sempre vietata la pesca.
La prima cosa che ho chiesto a Denis, appena ho visto l’allevamento – veramente piccolo – è stata: come depurate l’acqua di risulta dell’allevamento?
E la sua risposta “guarda, produciamo talmente poco pesce che non ce n’è bisogno. Abbiamo analizzato l’acqua prima e poco più a valle e le caratteristiche sono identiche, i pochi rifiuti vengono immediatamente filtrati dalle alghe appena sotto l’allevamento”.
Sinceramente, sono rimasto un po’ scettico, fino a che non ho visto le vasche, semideserte ma a pieno regime, con diversi stadi tra avannotti ed adulti, sia di iridea che di fario.
Non ci è bastato fotografarli e guardarli, avevamo una telecamera go pro ed abbiamo chiesto a Denis di immergerla nell’acqua, i risultati sono visibili nei filmati, giudicate da soli.
vasca avannotti
un po’ più grandicelle
già combattive
Ma non solo trote si producono in questa fish farm, da quest’anno stanno allevando anche gamberi, astacus astacus, per reintrodurli lentamente nel Gacka e nei suoi laterali, com’era una volta.
La qualità delle acque sia del Gacka che dei suoi affluenti, permette senza problemi la crescita di questo invertebrato così delicato e sensibile all’inquinamento e la risposta di nascite e crescite che stanno avendo, sta a dimostrarlo.
Il gambero di fiume sarà lentamente reintrodotto nell’asta fluviale a cominciare da settembre di quest’anno.
Abbiamo avuto, anche, la fortuna di imbatterci in una équipe di biologi ed ittiologi venuti da Zagabria, per analizzare lo stato del pesce e ci hanno gentilmente spiegato che da qualche mese stanno conducendo un esperimento di alimentazione con mangime biologico, prelevando periodicamente campioni di pesce per analizzarne gli effetti.
Qualche trota sacrificata per la causa :( I risultati degli esperimenti, in questo progetto pilota, saranno utilizzati per migliorare lo stato di salute e di alimentazione negli altri allevamenti, a tutto vantaggio della robustezza e rusticità del pesce allevato.
Hanno capito che devono puntare sulla qualità e questo stanno facendo, con nostra grande soddisfazione. Gli auguriamo un buon lavoro. (non è plurale maiestatis, è “noi” pescatoricheamanoilGacka)
Dal 1 luglio 2013, la Croazia è entrata a far parte dell’Unione Europea, 28° stato a farlo e secondo dopo la Slovenia, per quanto riguarda le nazioni che facevano parte della ex Jugoslavia.
Non so se per loro sia un bene o un male, quello che so è che presto le frontiere saranno abolite, transitare sarà più facile e raggiungere il Gacka più rapido e, in un prossimo futuro, forse, non ci sarà più bisogno del cambio in kune, anche se ormai tutti accettano già l’euro.
Questo vorrà anche dire incrementare il turismo alieutico, per questo si stanno organizzando con la ricettività e si stanno modernizzando, in ogni caso hanno già stabilito un limite di presenze che non dovrà superare le 2500 unità a stagione, cifra, a dire il vero, ancora ben di là da venire, ma ampiamente sostenibile dal bacino acquifero.
Che altro dire? io continuerò a tornarci finché mi sarà possibile, magari non più di una volta l’anno, ma almeno una volta l’anno :) anche solo il panorama, la pace del posto (i campi minati non esistono più, per fortuna, anche se restano i fori delle mitragliatrici nelle case), il verde circostante e questo fiume che sembra scorrere lento ma che pullula di vita, in qualche giorno ti rimettono al mondo e riconciliano con te stesso.
Se poi prendi anche qualche trota, meglio :)
Come dice Ferruccio: “ogni trota che prendi qui, è una soddisfazione!”
È vero.
Qualche riferimento per orientarsi:
Sito ufficiale del Gacka: www.gacka.hr c’è anche la lingua italiana
Email di riferimento: info@gacka.hr
Contatto: Denis Lončar
tel: +385(0) 91 22 22 397
La stagione di pesca è dal 1 marzo al 31 ottobre
Il costo del permesso giornaliero è di 35 euro
Il costo medio, rilevato a campione, a persona, di pernottamento è di circa 20 euro in case private e di circa 30/40 in hotel sparsi nella zona.
Cenare in ristoranti del posto costa dai 10 ai 25 euro.
Noi andiamo qui , ci portiamo bistecche da cuocere nel camino e mangiare sotto il portico, insaccati, pecorino e formaggi vari da consumare sul fiume, il tutto annaffiato di succhi d’uva e bollicine, con qualche puntata al bar del rotor, ‘na vitaccia, sapeste… :D
Marco Rossi