In primavera inoltrata, se siamo davvero amanti della pesca con la mosca, camminando lungo la sponda del nostro torrente preferito, è d’obbligo dare uno sguardo ai massi lambiti dall’acqua.
Infatti sulla superficie calda delle pietre troveremo le prime grandi effimere appartenenti alla famiglia Heptageniidae: Ecdyonurus ed Epeorus.
Queste, stando in immersione, sono appena mutate allo stadio di subimago, dopodiché si sono trascinate fuori dall’acqua per poter asciugare e spiegare le ali per poi affrontare il primo volo che le porterà al riparo della vegetazione riparia; dopo circa 24-36 ore affronteranno l’ultima muta in insetto maturo per la riproduzione (imago).
Anche se le subimago di queste effimere non schiudono al centro del corso d’acqua e quindi non vanno in deriva sul filo della corrente, mi è capitato spesso di vederle agitarsi galleggiando nel sottosponda ed essere così predate dalle trote che non si lasciano sfuggire la possibilità di questi sostanziosi bocconi.
Anche dopo la muta, allo stadio di imago, queste effimere sono ben apprezzate dai pesci, sia le femmine durante l’azione dell’ovideposizione che i maschi morenti dopo il volo nuziale e l’impegnativo accoppiamento.
Le foto dell’articolo mostrano le tonalità di colore delle effimere in oggetto nei singoli stadi evolutivi (subimago ed imago), infatti l’intenzione è di mettere in condizione gli appassionati fly tiers di imitarli al meglio con i materiali che la loro esperienza considererà più idonei.
I più esperti e gli amanti del classico invece, alla vista del naturale con il relativo nome inglese, sicuramente abbineranno quegli artificiali più famosi che hanno fatto la storia della pesca a mosca.
Roberto Brenda