Dopo quasi 3 mesi di restrizioni alla nostra libertà di movimento a causa della emergenza sanitaria da Coronavirus sabato 23 maggio sono finalmente andato a pesca.
Percorrendo l’autostrada da Pescara a Bussi sul Tirino ho avuto la possibilità dopo tanto di ammirare la bellissima Maiella che ormai è quasi priva di neve e che ricordo di averla lasciata con un bel manto bianco immacolato che brillava al sole. Una sensazione particolare mi ha pervaso guardando le montagne e le ginestre in fiore. Sembra di aver perso tre mesi della nostra esistenza in un’atmosfera surreale che non si riesce ancora ad elaborare appieno.
Arrivato sul fiume ho potuto riassaporare il rumore dello scorrere dell’acqua e la limpidezza
delle acque del fiume Tirino e la bellezza della nostra tecnica di pesca. Un’altra emozione l’ho provata riprendendo la canna in mano dopo qualche mese e ho avuto la stessa sensazione di un bambino che dopo tanto riprende la sua bicicletta e pensa di non saperci andare. Ma come per il bambino ho immediatamente riassaporato la dinamica del lancio in tutte le sue sfaccettature ed i pesci hanno collaborato contribuendo alla tempesta di emozioni che solo la pesca a mosca può dare.
Ho catturato ed ovviamente rilasciato con cura 7-8 trote tutte fario molto belle e sane anche se non di grandissima taglia. All’improvviso quando avevo deciso di andare via a causa dei livelli molto alti che mi impedivano anche di attraversare il fiume, dal fondale della pozza, della cascata sotto la quale stavo pescando, una bellissima fario scura di oltre 50 cm ha dapprima rincorso il mio streamer, che ho legato sul mio finale da secca sempre con canna 7’6” coda DT 3, e poi attaccato con veemenza rimanendo allamata. Dopo una fuga sotto un erbaio è riemersa ma essendo in posizione sopraelevata non ho avuto il coraggio di salparla temendo una rottura della mia canna ed ho provato a sollevarla ma il finale dello 0,14 ha ceduto e non sono neppure riuscito a fotografarla ma la retina dei miei occhi l’hanno impressa indelebilmente nella mia mente e resterà registrata nei più bei ricordi, che in quel momento sono riemersi in una sequenza rapidissima. Dopo un po’ si sarà certamente liberata dell’amo senza ardiglione dello streamer che ho costruito nelle settimane di quarantena, come hanno fatto moltissimi pescatori a mosca.
Soddisfatto sono ritornato alla mia macchina e mi sono recato a Capestrano sempre sul fiume Tirino dove la Sim ha in gestione quel bellissimo tratto di fiume che ricade nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.
Il Tirino in quel tratto è famoso per le sue limpidissime acque ed appena sceso sul fiume ho intravisto una bellissima trota che giocherellando con le innumerevoli correnti cercava di intercettare le piccole ninfe di effimera alla deriva.
Montata la mia solita e fedele scarpantibus la lanciavo facendo attenzione a presentarla prima del finale in modo da far scendere la mosca in modo naturale. La bella trota del ceppo mediterraneo (che popolano questo tratto di fiume (non si possono ripopolare altri tipi di trota fario perché siamo in pieno parco nazionale), si avvicinava cautamente alla mia scarpantibus e la risucchiava delicatamente.
Da trota selvaggia quale è si rifugiava immediatamente in un erbaio di sedani d’acqua (che tra l’altro sono buonissimi ed hanno veramente il sapore di sedano) e si slamava dopo qualche testata agevolata dall’amo senza ardiglione.
Questa prima ed immediata cattura mi ha galvanizzato tanto da esplorare con attenzione la sponda sinistra a discendere a valle del Ponte San Martino.
Pescando in caccia con una imitazione di sedge che vedevo sfarfallare sui rami dei salici presenti sulle sponde, ho catturato 12 bellissime trote di ceppo mediterraneo, combattive anche se non grandissime (alcune di circa 20-22 cm ma anche di circa 30) ma la taglia ha poca importanza rispetto allo spettacolo delle limpidissime fredde acque del Tirino ed all’emozione di stare con i waders immerso fino al limite in un ambiente incontaminato mettendo in pratica le lezioni teoriche che in questi giorni di restrizioni l’area tecnica e didattica della Sim ha tenuto in video conferenza rendendo meno pesanti le serate di questa pandemia.
Questa è la magia della pesca a mosca dove la cattura non è più importante dell’ambiente in cui ci si immerge e delle emozioni che si prova catturando e rilasciando una trota selvatica ingannata da un artificiale costruito da te e lanciata con maestria superando tutti gli ostacoli naturali che si incontrano nell’azione di pesca.
Ho voluto raccontarvi le emozioni che ho provato in questa prima uscita di pesca nell’era del coronovirus che speriamo passi presto per consentirci di vivere anche le altre emozioni rappresentate dal condividere con gli amici questi momenti unici.
Alla prossima pescata di emozioni.
Osvaldo Galizia